paesaggio minimo
Il paesaggio è il mio racconto, la fissità che diventa proiezione del mio essere. In questo paesaggio che chiamo “minimo”, cerco l’uomo la sua presenza le sue tracce. La natura è per me il palcoscenico dell’uomo, delle sue architetture, violenze e della sua idea di eternità. Guardo questi luoghi avvolti nella loro solitudine, cerco ciò che resta di una antica forza, l’energia di tante piccole vite.
E’ la città vista dai suoi margini, a volte solo accennati al confine del tessuto urbano; è la campagna definita nella sua distanza dalla città, che rimane distanza minima e lontanissima per modi e tempi. Ed è il paesaggio del mare dove la presenza dell’uomo diventa iconica e le tracce della sua presenza donano un senso di nostalgia e attesa sospesa.
Questi scorci di paesaggio minimo sono le immagini del pensiero, proiezione del sentire, respiro di una ricerca inappagata.
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